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Dal monte
alla città

Al cammino di ieri, tra Fonte Colombo e Rieti, hanno aderito più di duecento francescani, tra religiosi e laici. Si apre così l’ottocentenario francescano della Regola bollata

© Fonte Frontiera – La partenza della marcia di ieri dal santuario di Fonte Colombo alla chiesa di Sant’Agostino a Rieti.


 

30 novembre 2022

Cristina Rotondo

Ascoltare, camminare, annunciare fino alle periferie. È nella grammatica di questi tre verbi, consegnati un mese fa da papa Francesco, che si può leggere la piccola marcia francescana che ieri si è mobilitata dalle pendici di Fonte Colombo, tanto care a san Francesco, fino a Rieti.

Non un evento solo ecclesiale, da chiudere tra un santuario (quello di partenza) e una chiesa (la chiesa di Sant’Agostino, che ha accolto i marciatori all’arrivo), ma una scintilla di presenza sulla strada, un segno di discesa dall’altura alla città, a immagine della kenosis, cioè dell’abbassamento di Cristo, di quella sua spogliazione felice che folgorò Francesco e lo portò a concepire una Regola incardinata sui voti di povertà, castità e obbedienza.

Una Regola non fine a se stessa, o all’autocompiacimento di chi la professa, ma finalizzata a una notizia imponente da dare, a una speranza stupefacente da portare, fino alle periferie.

Sono stati in più di 200 tra religiosi e laici francescani ad arrivare da Umbria, Toscana, Abruzzo e Lazio per mettersi in moto dal noto “Sinai francescano”, dal luogo, cioè in cui il Poverello, imboscato tra olmi e lecci secolari, ricevette la Regola per i suoi frati dalle mani di Cristo risorto.

Di questa Regola si ricordava ieri la bollatura papale, avvenuta a cura di Onorio III il 29 novembre 1223. Un suggello, quello del pontefice, che ha meritato a questa data di proporsi come festa di tutti i Santi francescani: proprio tutti, non solo frati e suore, ma anche laici, che da quella Regola hanno enucleato il senso della vita.

Lo srotolarsi della marcia di ieri fino a valle è stato allora il modo per avviare l’anno dell’ottocentesimo anniversario della Regola bollata, inserito a sua volta nella serie di ottocentenari francescani 2023-26 di cui papa Francesco ha appena siglato l’apertura, e che si riferiscono ai momenti che vanno dall’approvazione della Regola alla morte dell’Assisiate, attraverso il primo presepe di Greccio e il sigillo delle Stimmate.

Allora non potevano mancare, ieri, personalità quali fra Massimo Fusarelli, ministro generale dei frati minori; il ministro nazionale OFS Luca Piras; il cardinale José Tolentino che ha presieduto la messa nella chiesa di Sant’Agostino; don Vito Piccinonna, nuovo vescovo di Rieti, alla sua prima visita in città, accompagnato da monsignor Domenico Pompili, amministratore apostolico di Rieti, ma soprattutto francescano secolare, “figlio” di quella stessa fraternità secolare che ieri lo ha riabbracciato al termine della camminata.

Una fraternità OFS, quella di Fonte Colombo, che continua a spendersi nella carità, attraverso il progetto della Mensa di Santa Chiara, notoria iniziativa che sostiene quotidianamente poveri, ucraini, afgani, piccoli oncologici, e giovani in generale, assetati di un annuncio che entusiasmi più dei fari disco-serali.

Su questo tempo rabbuiato dalla guerra, dai disastri ecologici e ambientali, come quello che ha colpito Ischia, non basta il lampo flebile di una stella cadente, di un piccolo desiderio di speranza. Ma occorre fissare, come una cometa, la testimonianza di un impegno sociale e solidale concreto, di cui la marcia di ieri è stata riflesso e scia.

 

In audio la voce di Stefania Marinetti, della fraternità OFS di Fonte Colombo, consigliera nazionale OFS e fondatrice della Mensa di Santa Chiara, iniziativa di solidarietà concreta verso gli ultimi.

Alla domanda sulle emozioni di ieri, Stefania risponde:

Ascolta l’audio:

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