26 novembre 2022

Roberta Amico

“Fermi” e “camminanti”. Questi i due aggettivi che forse fotografano meglio i francescani secolari d’Italia riuniti in Assemblea nazionale da ieri sera a domani pomeriggio. Al via ieri sera, infatti, il weekend fraterno, dopo il viaggio che da ogni latitudine ha raccolto l’Ordine Francescano Secolare a San Giovanni Rotondo (Foggia).

Il viaggio stesso ha appena visto le sorelle e i fratelli “camminanti”, protesi gli uni verso gli altri, per un’esperienza nuova e desiderata, ma anche impegnativa nel servizio, perché con attenzione ogni tassello vada al posto giusto nel comporre il mosaico di un’Assemblea fatta di preghiera, dialogo, condivisione e festa.

Priorità alla preghiera, che ha reso i francescani secolari finalmente “fermi” ieri sera, dopo i chilometri consumati, per una veglia presso la salma di san Pio.

Con l’uscita by night si è passati davanti a luoghi simbolo della vita del Cappuccino stigmatizzato, quali l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, e la chiesa di Santa Maria delle Grazie, fino ad arrivare in quella sorta di suggestiva conchiglia monumentale che è il Santuario di San Pio, per entrare nella cripta, alla tomba del Santo.

«Chi segue Francesco deve imparare a essere fermo e camminante»: sono le parole di papa Francesco scelte dai responsabili della liturgia, per ricordare l’importanza di essere «fermi nella contemplazione, nella preghiera, e poi andare avanti, camminare nella testimonianza, fino alle periferie».

La meditazione è proseguita con cinque suggerimenti speciali che padre Pio diede a una sua figlia spirituale, e con l’“offerta della luce” attraverso dei lumini. Il tutto per imprimere un ricordo sensoriale su quanto meditato, per poi dare spessore ai lavori che attendono i francescani secolari da questa mattina, dopo la celebrazione eucaristica.

Alle 10 si apre infatti la tavola rotonda, con gli interventi di don Marco Pagniello, direttore della Caritas Italiana, e fra Luciano Lotti, teologo e conoscitore diretto del Santo del Gargano.

Entrambi affrontano, da diversa prospettiva, le tematiche più attuali che interpellano la vita dell’OFS chiamato “fuori” da ogni recinto sacro, da ogni zona di comfort.

Probabilmente, all’interno di una considerazione ampia sulle debolezze del tessuto sociale, don Marco accompagnerà l’OFS a una lettura incrociata tra il recente Rapporto sulla povertà della Caritas Italiana e l’ultimo Messaggio della Giornata mondiale dei poveri.

Dal canto suo, fra Luciano (come anticipato a FVS di novembre-dicembre) guarderà «all’esperienza di padre Pio – e specularmente alla propria – come assistente dell’OFS» fino a «trovare linee ispiratrici su cosa i francescani secolari possano dare, con la consapevolezza che il carisma francescano non va giocato come vogliamo, ma nel confronto con la Chiesa».

Non resta che continuare a seguire i passi dell’OFS d’Italia, in ascolto attivo dei relatori, per crescere come fraternità orante, sempre in cammino.