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Figli che
incontrano un padre

Momento di grande festa quello che oggi ha visto in udienza con papa Francesco tutti i membri del Coordinamento ecclesiale per l’ottavo centenario francescano

Rappresentanti della fraternità nazionale e internazionale dell’OFS in udienza.

Sotto, fra Massimo Fusarelli nel suo intervento all’incontro con papa Francesco.


 

31 ottobre 2022

Giuseppe Di Matteo

Circa trecento le persone accolte oggi da papa Francesco. Nell’odierna mattinata della vigilia di Ognissanti infatti il Santo Padre ha ricevuto in udienza una corposa delegazione di fedeli in rappresentanza di tutta la Famiglia francescana, in quella che è stata una vera e propria festa, la festa di figli desiderosi di incontrare un padre.

L’incontro è stato organizzato in vista delle ormai prossime celebrazioni per i centenari francescani: dell’approvazione della prima Regola a Fonte Colombo e del Presepe di Greccio nel 2023, delle stigmate ricevute a La Verna nel 2024, del Cantico delle Creature composto nel 2025 e, infine, del transito, avvenuto nel 2026. L’evento ha visto la presenza del primo, del secondo e del terzo Ordine francescano, oltre che delle varie congregazioni che si ispirano a san Francesco e dei rappresentanti delle istituzioni ecclesiastiche e civili delle Diocesi, Regioni e Comuni dei luoghi francescani interessati dalle celebrazioni.

Pur nell’evidente sofferenza del suo stato di salute precario e nella fatica di una mattinata di incontri, papa Francesco non ha lesinato sorrisi e parole ricche di empatia per quella che sente come la sua famiglia francescana. D’altra parte, tra la gente, la gioia dell’attesa era palpabile e quando, dopo più di un’ora di trepidazione, Francesco ha fatto il suo ingresso nella sala Clementina, i volti dei presenti bastavano a esprimere tutta l’emozione di un incontro tanto importante e significativo quanto unico.

Il Ministro Generale dei Frati Minori ha introdotto il tema dell’incontro significando la gioia di presentarsi davanti al Pontefice proprio come Francesco otto secoli prima, per testimoniare il senso di comunione ecclesiale con cui si intende vivere gli appuntamenti del centenario – non al chiuso della Famiglia francescana ma insieme a tutti gli uomini di buona volontà che amano il Santo di Assisi – per chiedere la benedizione del Santo Padre e per ricevere da Lui conferma e impulso.

Il Papa ha voluto sottolineare ancora una volta quale sia la vera essenza della figura di Francesco e del suo messaggio. «Quando ho scelto di chiamarmi Francesco – dice – sapevo di fare riferimento ad un Santo tanto popolare, ma anche tanto incompreso. Francesco è universalmente conosciuto come l’uomo della pace, della povertà e che ha amato il creato, ma la radice di tutto questo è Gesù Cristo». Così il successore di Pietro ci ricorda che san Francesco era innanzi tutto un uomo innamorato di Cristo e che da questa fonte nasce tutta la sua esperienza di fede: nulla sarebbe stato possibile senza questo amore smisurato.

Se davvero vogliamo comprendere l’esperienza di Francesco – continua il Papa – dobbiamo metterci alla sua scuola, ritrovando nella sua vita evangelica la via per seguire le orme di Gesù. In concreto questo può essere sintetizzato con i tre verbi ascoltare, camminare e annunciare: ascoltare la voce di Gesù come Francesco a San Damiano e, come lui, mettersi al servizio della Chiesa perché in essa si riflette il volto stesso di Cristo; camminare per andare incontro alle persone, piuttosto che “attenderle al varco”, e per essere, come Francesco, fermi e camminanti: fermi nella contemplazione e nella preghiera e camminanti nella testimonianza; annunciare infine sino alle periferie che un mondo nuovo è possibile grazie al soffio dello Spirito, e così affrontare le grandi sfide del nostro tempo, senza arrendersi ai dati di fatto che sembrano insuperabili.

Un grande incoraggiamento, allora, è venuto dal Santo Padre, perché la Famiglia francescana possa vivere in pienezza il centenario, «nella convinzione che san Francesco ancora oggi spinge la Chiesa a vivere la sua fedeltà a Cristo e la sua missione nel nostro tempo».

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